La partita tra il Bologna e il Benfica ha messo in evidenza la determinazione della squadra rossoblù, che ha saputo tenere testa ai portoghesi, anche se il risultato finale è stato un pareggio che rischia di segnare il percorso nella Champions League. La formazione di Italiano ha mostrato orgoglio e una buona qualità di gioco, ma anche i limiti di un organico ridotto e privo di alcuni elementi chiave.
Un Bologna solido ma limitato
Il Bologna, guidato da Vincenzo Italiano, ha affrontato il Benfica senza alcuni dei suoi giocatori di punta, ma la squadra ha dimostrato di essere in grado di competere, almeno fino a un certo punto. Nel primo tempo, i rossoblù si sono presentati ordinati e attenti, mantenendo il possesso palla nella metà campo avversaria. Tuttavia, nonostante il buon atteggiamento e la capacità di creare gioco, sono emerse chiare difficoltà nell’occultare l’assenza di incisività in attacco. La sterile manovra offensiva ha impedito di concretizzare le opportunità create, lasciando il punteggio bloccato sullo 0-0, un risultato che rischia di segnare la loro avventura europea.
Quando il Benfica ha aumentato il ritmo nella ripresa, il Bologna ha per forza di cose dovuto retrocedere, difendendo le proprie posizioni senza però rinunciare a ripartire. Anche nei momenti di maggior pressione, i rossoblù hanno cercato di farsi pericolosi, dimostrando che non si trattava solo di un atteggiamento difensivo, ma di un approccio bilanciato alla gara.
Problemi di finalizzazione per Italiano
Uno dei temi ricorrenti nell’analisi del Bologna riguarda la carenza di giocatori in grado di finalizzare. In questa partita, una delle occasioni più nitide è stata concessa a Dallinga, che però non è riuscito a sfruttarla. Per un attaccante, mantenere uno 0 nelle reti stagionali è un pesante fardello, e questo pesa non poco sulle scelte di Italiano. È difficile non notare il contrasto con la sua precedente avventura a Firenze, dove disponeva di un Vlahovic in forma eccezionale, il quale ha segnato 17 gol nei primi sei mesi di campionato. Con la sua partenza, l’allenatore ha dovuto fare i conti con un attacco privo di verve.
Attualmente, se Dallinga gioca per dare un turno di riposo a Castro, il livello complessivo della manovra offensiva sembra inevitabilmente abbassarsi. Le difficoltà di finalizzazione sono state troppo evidenti nel match contro il Benfica, e questo porta a riflessioni sulla qualità della rosa e sulla necessità di rafforzare l’attacco.
Note positive e prestazioni individuali di rilievo
Nonostante le critiche, ci sono aspetti positivi a cui fare riferimento dopo il match di Lisbona. Tra questi, l’ottima prestazioni di Ferguson, tornato a essere protagonista dopo un lungo infortunio, è un segnale importante per il Bologna. La sua leadership in campo rappresenta una risorsa fondamentale in contesti di alta pressione. Invece, il giovane Holm, schierato a sinistra con l’obiettivo di marcare Di Maria, ha dimostrato un notevole impegno. Pur faticando a fermare il funambolo argentino, il suo approccio proattivo nell’affrontarlo ha portato alla creazione di spazi per manovrare in fase offensiva.
Il Benfica, dal canto suo, ha mostrato qualche fragilità. La squadra di Schmidt non ha raggiunto l’obiettivo di aggiudicarsi i tre punti, principalmente a causa di un gioco poco incisivo e della mancanza di concretezza nei momenti chiave della partita. Il pareggio, per quanto comunque un buon risultato per il Bologna, rappresenta una delusione per i portoghesi, in vista di incontri cruciali che affronteranno contro Barcellona e Juventus. La qualificazione agli spareggi di Champions è ora una questione delicata per entrambe le squadre.
Le prestazioni individuali e l’atteggiamento del Bologna fanno ben sperare per il futuro, ma la strada per superare il girone di Champions rimane in salita, con l’auspicio che l’organico possa rinforzarsi in qualche modo per affrontare il prosieguo della stagione.