Un nuovo capitolo per il calciatore Amato Ciciretti, noto per aver vestito le maglie di Napoli, Parma e Benevento. La Procura di Roma ha richiesto il suo processo a seguito di gravi accuse di lesioni e stalking nei confronti della sua ex moglie, situazione che ha avuto inizio dopo la separazione avvenuta nel 2022. Ciciretti, attualmente in forza all’Ospitaletto in Serie D, dovrà ora affrontare le conseguenze di comportamenti che hanno sollevato un allarme non solo personale, ma anche sociale.
L’accusa e il rinvio a giudizio
Il pubblico ministero Antonio Clemente ha ufficialmente chiesto il rinvio a giudizio per Amato Ciciretti, il quale si trova ad affrontare prove in un processo che potrebbe segnare la sua carriera e la sua vita personale. Le accuse di stalking e lesioni sono gravi e pongono interrogativi anche sull’ambiente sportivo in cui dall’inizio della sua carriera ha operato. Gli episodi contestati risalgono al periodo successivo alla separazione, avvenuta nell’estate del 2022, un momento critico in cui sarebbero iniziati i comportamenti persecutori dell’ex calciatore.
Le indagini condotte dalla Procura hanno messo in luce una serie di condotte da parte di Ciciretti che hanno sollevato preoccupazioni significative. La lettura dei documenti di accusa evidenzia una escalation di atteggiamenti minacciosi e aggressivi nei confronti della donna, nei quali oltre all’intimidazione si registrano anche vere e proprie aggressioni fisiche. Questi eventi, se confermati dal processo, potrebbero non solo avere ripercussioni legali ma anche influenzare la reputazione pubblica dell’atleta.
Gli episodi di violenza e minacce
Le accuse mosse contro Ciciretti includono fragorose minacce di morte espresse in presenza del loro figlio piccolo. In diverse occasioni, l’ex calciatore avrebbe manifestato comportamenti connotati da una violenza abnorme, come promesse di gravi lesioni fisiche rivolte alla sua ex moglie, intese a spaventarla ulteriormente. Le parole pronunciate, come “tagliarti la gola” o “sfregiarti il viso”, denunciano una grave mancanza di rispetto e una ferita profonda nel contesto familiare.
Oltre a queste affermazioni minacciose, si parla anche di episodi di aggressione vera e propria. Secondo la relazione delle indagini, Ciciretti avrebbe picchiato l’ex moglie, infliggendole uno schiaffo che l’ha fatta cadere a terra e costringendola a vivere in un clima di paura. Questi atti violenti non solo hanno compromesso la serenità della donna, ma hanno provocato traumi psicologici e fisici, richiedendo misure di protezione e limitando drasticamente la sua libertà personale.
Le conseguenze e la protezione della vittima
A seguito dei comportamenti avvenuti, la vittima sarebbe stata costretta a mutare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Per esempio, la donna è stata costretta a farsi accompagnare dal padre o da amici per uscire, evidenziando l’ormai invivibile situazione di ansia e paura in cui versava. Alternativamente, i continui controlli sul suo stato da parte di Ciciretti, eseguiti anche tramite dispositivi GPS, hanno creato un clima di sorveglianza oppressivo.
La salute mentale e fisica della donna è così stata pesantemente influenzata da queste esperienze. Nella società attuale, è fondamentale che i casi di violenza domestica e stalking vengano affrontati in modo serio e preciso, non solo dal punto di vista legale ma anche sociale. Ciò che accade in queste vicende di cronaca non riguarda solamente le persone coinvolte, ma sono specchi di un problema più ampio, che richiede attenzione e interventi appropriati da parte delle istituzioni.
Amato Ciciretti, ora sotto processo, dovrà rispondere delle sue azioni di fronte alla giustizia, con la società che osserva e attende sviluppi in un contesto che ha già visto molte scarne speranze di risoluzione per le vittime di violenza.