Santino Coppa, figura emblematica del basket femminile, racconta la sua vita tra successi e sfide. Da Priolo a Palermo, passando per Malta e Schio, la carriera di questo allenatore ha segnato un’epoca nel mondo della pallacanestro, diventando un vero e proprio punto di riferimento. Con una storia che abbraccia decenni di inoltrati traguardi, Coppa mostra come il basket possa divenire uno strumento di educazione e passione, tangibile soprattutto nel suo legame con la figlia Claudia e la moglie Susanna, ex giocatrice di gabinetto. Attraverso la sua esperienza, esploriamo i momenti che hanno caratterizzato la sua storia e il suo approccio alla vita e allo sport.
I primi passi nel basket
Santino Coppa non ha sempre avuto un legame diretto con il basket, entrato nel mondo della pallacanestro solo all’età di 19 anni, per necessità piuttosto che per scelta. Questa scelta casuale lo ha portato a reinventarsi e a diventare un allenatore amato e rispettato, capace di trasformare un piccolo paese come Priolo in una fucina di talenti. La sua intuizione di coinvolgere le bambine, trovandole più vivaci e motivate rispetto ai coetanei maschi, ha rappresentato una chiave di volta. Grazie alla determinazione e alla volontà di affrontare le difficoltà legate a un contesto socio-economico complesso, ha trovato la strada giusta per costruire un progetto vincente. La Trogylos, la sua creatura, non è solo una squadra; è una realtà che ha dato vita a sogni e ha fatto emergere straordinarie atlete.
Il percorso di Santino nel basket femminile culmina con successi storici, tra cui la vittoria della Coppa Campioni contro il CSKA Mosca nel 1990. Il suo insegnamento è andato oltre il mero sport, insegnando disciplina e morale alle giovani atlete. La sua passione ha portato il basket a diventare non solo un gioco, ma un vero e proprio stile di vita, un esempio di come si possano costruire opportunità anche nei contesti più difficili.
L’amore e la famiglia
Dopo il primo matrimonio, e alcuni anni di assenza dalla scena, Santino è tornato a Priolo non solo come allenatore, ma anche come uomo innamorato. L’incontro con Susanna Bonfiglio ha segnato una nuova fase della sua vita. La giovane e talentuosa ex giocatrice, che ha dedicato parte della sua carriera alla crescita del basket femminile, è diventata il pilastro su cui Santino ha potuto contare nel difficile percorso della Trogylos. La loro storia d’amore è nata in un momento in cui i sacrifici per gli allenamenti e per il progetto Sacco goliardico hanno unito profondamente le loro vite.
Santino e Susanna hanno condiviso esperienze incredibili e sfide che li hanno uniti e allo stesso tempo messi alla prova. La nascita della loro bambina Claudia rappresenta il culmine di un percorso costruito su amore e dedizione. Santino è certo che la piccola avrà del potenziale, innegabile eredità sportiva materna, ma entrambi i genitori sperano di tenerla lontana dai campi sportivi, evitando che l’impegno la porti via dalla sua infanzia.
Ritorno in campo: la nuova avventura a Palermo
Dopo un lungo soggiorno a Malta, dove ha guidato la Nazionale e la squadra Luxol al trionfo, Santino Coppa ha fatto ritorno in Italia, in particolare a Palermo per guidare la Stella in Serie B. Nonostante le complessità e gli imprevisti della vita, la propria esperienza lo ha sempre spinto a cercare nuove sfide. La missione che lo aspetta nella squadra palermitana ha radici profonde nel suo desiderio di contribuire alla crescita del basket nella sua terra.
Coppa ha sempre affermato di considerare il basket non solo un lavoro, ma una vera passione da trasmettere e condividere con gli altri. I suoi progetti si basano sulla comunione di intenti con chi lo circonda, persone pronte a mettersi in gioco e a lottare per un obiettivo comune. La sua esperienza sarà fondamentale per aiutare la Stella a risalire e raggiungere il campionato di massima serie.
La sfida del basket femminile in Italia
Santino Coppa non si tira indietro nel commentare le problematiche del basket femminile in Italia. Riconosce l’enorme potenziale e le possibilità di crescita, ma sottolinea come le giuste strategie di marketing e promozione siano essenziali per decollare. Osserva che, a differenza di altri sport, ci siano ancora troppe barriere e che sarebbe necessario trovare un modo per presentare il basket in modo più attraente per il pubblico.
Il suo approccio si basa sulla convinzione che il talento debba essere valorizzato e non rappresentato come un singolo individuo, ma come parte di un collettivo. Da allenatore, ha sempre fatto in modo che nessuna giocatrice fosse mai considerata una primadonna, poiché il modus operandi di ogni squadra deve essere quello di lavorare insieme per un obiettivo comune. Le esperienze vissute con le sue atlete ne fanno un testimone privilegiato, capace di cogliere i momenti di umanità che spesso sfuggono all’attenzione.
Santino Coppa oggi
Oggi, a 74 anni, Santino Coppa non mostra segni di cedimento, infatti è una figura carismatica nel mondo del basket. Porta con sé una storia di successi, di sacrifici e di amore per il suo sport. Nonostante le avversità, come la battaglia contro un tumore al rene, ha sempre espresso gratitudine per il cammino intrapreso. La sua energia e la passione per il basket continuano a brillare e a ispirare quelli che hanno la fortuna di incontrarlo. La Sicilia, con il suo mare e il suo vulcano, è la sua casa e il suo rifugio, un luogo dove il passato e il presente si intrecciano in un’unica grande avventura.