Il barone e Hitler, la paura di Reboul: storia del tabù gay nel tennis a Wimbledon

L’analisi della carriera di Gottfried Von Cramm e del recente coming out di Joao Lucas evidenzia le persistenti discriminazioni nel mondo dello sport, sottolineando l’importanza dell’inclusività e del rispetto.
Il barone e Hitler, la paura di Reboul: storia del tabù gay nel tennis a Wimbledon - (Credit: www.gazzetta.it)

L’analisi di eventi sportivi spesso rivela aspetti più complessi della storia sociale e politica. Un altro esempio è quello di Gottfried Von Cramm, un tennista tedesco il cui percorso personale si intreccia con avvenimenti storici significativi. Recentemente, il coming out del brasiliano Joao Lucas ha riportato alla luce questioni di discriminazioni e pregiudizi che affliggono da decenni il mondo dello sport. L’eco del passato si fa sentire, facendo riflettere su come lo sport possa incrociarsi con la storia.

Il ruolo di Gottfried Von Cramm nel tennis

Nato nel 1908, Gottfried Von Cramm è stato uno dei più noti tennisti della Germania, raggiungendo il picco della sua carriera negli anni Trenta. La sua abilità in campo lo ha portato a competere in diverse Coppe Davis e tornei internazionali, sino a diventare una figura di spicco nel panorama sportivo. Tuttavia, il suo talento non fu l’unico aspetto a definire la sua immagine; il contesto politico dell’epoca influenzò notevolmente il suo percorso. La chiamata dal Fuhrer, per esempio, sottolinea come il regime nazista usasse l’idea di sport per veicolare messaggi propagandistici.

Il 1937 segna un evento cruciale nella sua carriera: durante una semifinale di Coppa Davis contro l’americano Donald Budge, Von Cramm riceve una telefonata dal regime di Hitler, che gli comunica le aspettative nazionali nei suoi confronti. La vittoria sarebbe stata vista come una rivincita del popolo tedesco, ma la sconfitta che Von Cramm subisce in quella partita cambia il corso della sua carriera e getta un’ombra sul suo status di atleta e simbolo nazionale.

Discriminazioni e pregiudizi negli spogliatoi

La storia di Von Cramm offre uno spunto importante per discutere delle discriminazioni nel mondo del tennis e dello sport in generale. Se il contesto storico in cui si è trovato a competere ha avuto pesanti conseguenze, oggi il panorama non è affatto cambiato. I pregiudizi legati all’orientamento sessuale, per esempio, continuano a rappresentare un tema delicato e spesso controverso. La recente dichiarazione di Joao Lucas, che ha rivelato la sua omosessualità, rappresenta un passo significativo nella lotta contro le discriminazioni.

Da sempre, gli spogliatoi sono stati considerati spazi di confronto ma anche luoghi di pregiudizio dove le pressioni sociali si amplificano. Gli atleti, soprattutto quelli di alto profilo, possono trovarsi a dover gestire un doppio gioco, lottando per affermare la propria identità, mentre temono possibili ritorsioni, ostracismo o un giudizio severo da parte dei compagni e del pubblico. Questo clima di paura ha ostacolato molti sportivi dall’esprimere liberamente chi sono, mantenendo un velo di silenzio su questioni fondamentali.

L’eredità di Von Cramm e il futuro dello sport

Gottfried Von Cramm ha lasciato un’eredità complessa. Da un lato, il suo talento e determinazione hanno ispirato generazioni di atleti; dall’altro, il suo travagliato rapporto con il regime nazista e le conseguenze sociali che ha affrontato dimostrano le sfide che molti atleti devono affrontare. Le sue vicissitudini pongono interrogativi su come il mondo del tennis e dello sport in generale possano evolversi verso un maggiore inclusività.

L’onestà e l’autenticità degli atleti, come dimostrato dal coming out di Joao Lucas, possono contribuire a smantellare pregiudizi radicati. La società sta progressivamente riconoscendo l’importanza del rispetto e della diversità, anche negli sport professionistici. Tuttavia, è chiaro che ci sia ancora molto lavoro da fare per garantire che gli atleti possano competere senza timore di discriminazione. Le storie di atleti come Von Cramm devono servire da monito per affrontare i rimanenti stereotipi e promuovere un ambiente più aperto e inclusivo nel mondo sportivo.