Il ciclone Trump investe l'auto a Washington DC: ecco cosa cambierà - (Credit: www.repubblica.it)
Il dibattito sull’industria automobilistica americana si intensifica, con Donald Trump che propone una revisione radicale delle politiche attuali. Promuovendo un ritorno all’era dei veicoli alimentati a combustibili fossili, Trump cerca di conquistare l’elettorato in stati chiave, come il Michigan. Tuttavia, fra opposte visioni, emerge la preoccupazione di esperti e dirigenti che avvertono della necessità di una transizione efficace verso le auto elettriche. Mentre il potere e l’influenza di Elon Musk si fanno sentire, si delineano scenari in cui gli Stati Uniti possono trovarsi in netto ritardo rispetto a concorrenti globali come la Cina.
Durante un recente comizio a Flint, Michigan, un simbolo dell’industria automobilistica, Trump ha avvertito che la sua non rielezione porterebbe a un “bagno di sangue” per il settore automobilistico. Il suo messaggio, chiaro e diretto, è che le auto elettriche non solo hanno registrato una domanda insufficiente, ma sono persino un’illustrazione di una “bufala” climatica, secondo Trump, orchestrata dalla Cina per danneggiare l’industria americana. Con questa narrativa, il suo obiettivo è quello di annullare gli obiettivi fissati dall’amministrazione Biden, riducendo drasticamente il target di vendite di veicoli elettrici, e quindi volere eliminare i crediti fiscali da 7.500 e 4.000 dollari, nonché minacciare dazi significativi su prodotti importati dalla Cina.
Queste proposte rappresentano una rottura netta con le politiche precedenti, mirando a ridare vigore a un’industria che si è trovata ad affrontare la crescente competitività delle auto elettriche. Trump spera nel rilancio dell’occupazione e della produzione interna, attirando a sé l’industria e i lavoratori colpiti dalla transizione verso un futuro più verde.
Anche se GM, Ford e Stellantis hanno espresso una certa cautela, promettendo di collaborare con l’amministrazione Trump, la preoccupazione è palpabile. Le potenziali ripercussioni inflazionistiche dei dazi possono danneggiare ulteriormente la competitività delle case automobilistiche americane. David Cole, ex-presidente del Center for Automotive Research, sottolinea che l’obiettivo di Trump è quello di restituire al mercato la leadership, piuttosto che affidarsi a politiche ambientali rigide. Gli addetti ai lavori si mostrano ambivalenti rispetto al piano di Trump, attendendo chiarimenti su come le cose si evolveranno e quali opportunità possono emergere in un contesto di potenziali perdite maggiori.
In passato, il bilancio del settore automobilistico americano è stato influenzato da impegni di spesa considerevoli per accelerare la transizione verso i veicoli elettrici. Tuttavia, ora è necessario mantenere un attento equilibrio tra innovazione e tradizione, per affrontare le sfide rappresentate dalla crescente offerta cinese, specialmente in termini di tecnologie avanzate e materie prime.
Elon Musk, fondatore di Tesla e ora figura di punta nel nuovo governo, ha un ruolo cruciale in questo scenario. Controllando quasi il 50% del mercato delle auto elettriche negli Stati Uniti, Musk ha i suoi interessi nel sostenere la continua espansione della sua attività. Tuttavia, la sua posizione è complessa: i crediti fiscali non sono necessari per Tesla, quindi il suo focus principale è sull’espansione della rete di ricarica, attraverso un investimento stimato di 7,5 miliardi di dollari.
La questione rimane se Musk ha realmente la tecnologia per affrontare la concorrenza cinese che, approfittando di risorse e manodopera a basso costo, continua a progredire. Cole avverte che la Cina potrebbe non solo navigare l’assenza di accesso al mercato americano, ma anche espandere la sua superiorità nelle tecnologie fondamentali, come quelle delle batterie. La capacità della Cina di dominare le materie prime fondamentali per gli accumulatori rappresenta una minaccia concreta per il futuro delle case automobilistiche americane, costringendo queste ultime a rivalutare strategie e investimenti.
In questo contesto, si aprono domande cruciali sul futuro dell’industria automobilistica americana, le quali richiederanno soluzioni pratiche in un clima di competizione internazionale sempre più feroce.