Il parlamento incalza Elkann: ‘Riferisca sui posti di lavoro’ durante l’audizione a Roma. Salvini critica: ‘Prende i soldi e scappa’.

Stellantis affronta crescenti pressioni da parte del governo italiano riguardo alla sua operatività nel Paese, con richieste di maggiore trasparenza e impegni per la salvaguardia dei posti di lavoro.
Il parlamento incalza Elkann: 'Riferisca sui posti di lavoro' durante l'audizione a Roma. Salvini critica: 'Prende i soldi e scappa'. - (Credit: www.ansa.it)

La situazione attuale di Stellantis, gigante dell’industria automobilistica, è oggetto di discussione tra i vertici aziendali e le istituzioni italiane. Recenti affermazioni da parte di politici, in particolare del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, hanno messo in evidenza una crescente preoccupazione per il futuro dell’azienda in relazione alla sua operatività in Italia e alle possibili ricadute sui lavoratori.

La proprietà e le richieste di Stellantis

Matteo Salvini ha espresso forti dubbi sul ruolo della proprietà di Stellantis, sottolineando che la compagnia ha beneficiato di significativi fondi pubblici nel corso degli anni, senza reciprocità in termini di investimenti in Italia. Secondo il ministro, il problema non sarebbe solo il CEO Carlos Tavares, ma la struttura proprietaria stessa, che mostra sempre meno un legame con il Paese di origine. “La proprietà ha preso soldi in Italia per decenni per aprire fabbriche all’estero,” ha affermato, evidenziando una strategia che, a suo dire, danneggia il tessuto industriale italiano.

Salvini ha anche richiesto una convocazione dei sindacati, sottolineando la sua vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie. “Faremo di tutto per salvaguardarli,” ha promesso, esplicitando l’impegno del governo per garantire un futuro stabile agli operai coinvolti nelle attività di Stellantis. La questione si complica ulteriormente se si considera che l’azienda ha ricevuto prestiti garantiti dallo Stato per miliardi di euro, ma i risultati economici non sembrano giustificare tali investimenti. “Questa azienda incassa, scappa e poi torna a chiedere ai suoi operai,” ha condiviso il vicepremier, indicando una strategia che potrebbe essere percepita come ingiusta verso i dipendenti.

L’appello per una maggiore trasparenza

In un contesto di crescente tensione, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato la necessità di coinvolgere anche l’Europa nella questione. Ha affermato che è fondamentale che dopo tutto il sostegno ricevuto, Stellantis abbia un dovere morale di rimanere attiva in Italia, adattandosi ai cambiamenti imminenti. Tajani ha anche accennato alla proposta di modifiche alle regole europee, in particolare riguardo al blocco della produzione di auto non elettriche previsto per il 2035. Questa transizione potrebbe influenzare profondamente le strategie aziendali legate a Stellantis e all’industria automobilistica dell’Unione Europea.

Nel frattempo, il ministro Adolfo Urso ha cercato di infondere un senso di ottimismo dopo un incontro con l’imprenditore John Elkann, affermando che ci sono prospettive positive per un piano di sviluppo che posizioni l’Italia al centro dell’industria automotive europea. Urso ha segnalato una rinnovata necessità di collaborazione per rivedere il percorso di decarbonizzazione, una questione vitale per il futuro della mobilità sostenibile.

Un invito al dialogo costruttivo

Il presidente della Commissione Attività Produttive Alberto Gusmeroli ha invitato Elkann a partecipare a un’audizione congiunta delle Commissioni parlamentari per discutere del piano industriale di Stellantis e della preservazione dei posti di lavoro. Questo appello indica la volontà di un dialogo aperto tra il governo, l’industria e le forze politiche per affrontare le sfide attuali. Gusmeroli ha sottolineato l’importanza di avere chiarezza sulla visione strategica del leader di Stellantis, soprattutto alla luce delle recenti dimissioni di Carlos Tavares e l’istituzione di un nuovo comitato esecutivo che si occuperà di garantire la continuità produttiva dell’azienda.

Queste discussioni evidenziano il delicato equilibrio tra le necessità dell’industria, il sostegno governativo e la salvaguardia dei lavoratori. In assenza di una strategia chiara e condivisa, le preoccupazioni dei sindacati e dei cittadini resteranno in primo piano, ponendo interrogativi sul reale impegno di Stellantis verso il mercato italiano.