Un nuovo capitolo della storia delle infrastrutture italiane si aprirà al Maxxi di Roma con la mostra “Italia in movimento“. In programma dal 6 dicembre al 2 febbraio 2025, l’esposizione celebrerà il centoquarantanovesimo anniversario della prima autostrada italiana, la Milano-Laghi, e il sessantesimo dell’A1 Milano-Napoli, considerata l’ossatura viaria del Paese. L’evento offre un’occasione unica per esplorare l’importanza storica e sociale delle autostrade in Italia, attraverso una selezione di documenti, opere di ingegneria e riflessioni sul loro impatto culturale.
Storia e sviluppo delle autostrade italiane
Il percorso delle autostrade italiane inizia con il primo biglietto da visita infrastrutturale: l’inaugurazione nel 1924 della Milano-Laghi ha rappresentato un passo fondamentale verso l’unificazione del Paese tramite una rete stradale. Negli anni successivi, il progetto dell’A1 ha preso forma, diventando l’articolazione principale della mobilità italiana. Il Maxxi curator Pippo Ciorra, insieme a Angela Parente, ha ricercato materiali e documenti negli archivi della Società Autostrade per raccontare non solo la storia della costruzione, ma anche l’evoluzione della visione infrastrutturale italiana.
La mostra si apre con una serie di documenti storici, fotografie, mappe e disegni che raccontano la nascita della rete autostradale, simbolo di progresso e modernità. Questi materiali, provenienti dagli archivi, evidenziano le sfide dell’epoca, come la necessità di collegare regioni e culture diverse per favorire l’integrazione economica e sociale.
Impatto socio-culturale della rete viaria
Le autostrade hanno avuto un ruolo fondamentale nel plasmare la cultura contemporanea dell’Italia, fungendo da collegamenti tra città e comunità. La consigliera reggente della Fondazione Maxxi, Emanuela Bruni, sottolinea come le autostrade siano più di semplici strutture; rappresentano “ponti tra città, culture e persone“. Attraverso questa mostra, si intende celebrare non solo i progressi tecnici, ma anche le storie delle persone che viaggiano lungo queste strade.
La retrospettiva offre anche delle riflessioni sul paesaggio cambiato dalle infrastrutture autostradali. La presenza di aree di sosta, ristoranti e microarchitetture along the road rappresenta l’adattamento della società alle nuove modalità di viaggio e alla cultura della mobilità. L’architettura delle aree di sosta, in particolare, diventa un elemento di discussione su come l’autostrada abbia non solo collegato luoghi, ma abbia anche influenzato il modo in cui le persone vivono e percorrono le distanze.
Architettura e design sono parte essenziale del viaggio
La mostra non si limita a presentare la storia, ma include anche una sezione dedicata all’architettura d’autore. Celebri architetti come Jean Nouvel, Santiago Calatrava e Guido Canali hanno reinterpretato l’ambiente autostradale con opere che spaziano da ponti a stazioni e strutture di servizio. Queste creazioni sono testimonianze di come l’arte e l’ingegneria si fondano per dare vita a spazi funzionali ma anche estetici. L’allora presidente del Consiglio, Aldo Moro, nella cerimonia di apertura dell’A1, menzionò tre qualità fondamentali: arditezza, genialità e laboriosità, che continuano a ispirare le nuove generazioni di progettisti.
Sguardo al futuro: innovazione e sostenibilità
Il presente e il futuro delle autostrade italiane verranno esplorati attraverso una selezione di immagini aeree di Iwan Baan, offrendo una prospettiva inedita sulla rete stradale. A questi si aggiungono progetti pionieristici di Renzo Piano che incoraggiano una visione sostenibile per il futuro delle infrastrutture. L’attenzione alle pratiche di progettazione green segnala una direzione chiara verso una mobilità che unisce tecnologia e sostenibilità. Inoltre, l’esposizione include illustrazioni oniriche di Emiliano Ponzi, che offriranno al pubblico una visione creativa sul futuro dell’infrastruttura stradale.
La mostra “Italia in movimento“, attraverso una narrazione ricca e variegata, raccoglie un secolo di storie, sfide e successi collegati alle autostrade italiane. Rappresenta quindi non solo un tributo alla storia, ma anche un invito a riflettere sulle possibilità future che queste fondamentali infrastrutture offrono al nostro Paese.