La Juventus, nonostante una stagione avara di vittorie, continua a sorprendere con una difesa di altissimo livello. Con più pareggi che successi nel campionato di Serie A, la squadra bianconera ha mantenuto la porta inviolata in un numero sorprendente di partite. L’asticella è alta: il club punta a stabilire un nuovo primato per il numero di clean sheet nelle prime 15 giornate. Nel prossimo incontro contro il Bologna, la Juve potrebbe scrivere una nuova pagina della sua storia.
Un muro difensivo inarrestabile
Nelle prime 14 giornate della Serie A, la Juventus ha collezionato un’impressionante serie di 10 partite con la porta mantenuta inviolata. Mai nella sua storia il club bianconero era riuscito a raggiungere tale risultato all’inizio di una stagione. La squadra, guidata da Thiago Motta, è ora impegnata a superare se stessa e ottenere 11 clean sheet, un traguardo che la avvicinerebbe ai 12 record stabiliti dal Milan nella stagione 1971/72. Questo risultato non è solo una questione di statistiche, ma un segnale della solidità che caratterizza il gioco della Juve.
Nel contesto attuale, raggiungere questo obiettivo non sarebbe solo una questione di orgoglio, ma rappresenterebbe anche un passo importante verso il record assoluto di 22 clean sheet in una singola stagione. Solo il Milan e la Juventus sono riusciti a realizzare un’impresa simile, dimostrando la potenza e l’affidabilità della retroguardia bianconera. Un’ulteriore dimostrazione del potenziale di questa squadra è data dal fatto che le ultime formazioni con molti clean sheet sono state le stesse che hanno poi alzato il trofeo dello scudetto alla fine della stagione.
La Juve e i due volti in campo
Sebbene i numeri siano positivi riguardo alla difesa, la situazione è complessa. Le statistiche illustrano un’ottima performance difensiva, ma non sempre si traducono in risultati concreti sul campo. Si registra un dato significativo: delle 10 partite in cui la Juve ha mantenuto la porta inviolata, in ben sei è uscita con un pareggio. Le difficoltà nel costruire occasioni da gol e segnare mettono in luce una criticità che il tecnico Motta deve affrontare.
Thiago Motta ha lavorato sulla struttura difensiva sin dall’inizio della sua esperienza alla Juventus, puntando alla solidità e alla coesione del gruppo. Gli attaccanti sono incentivati a partecipare alla fase difensiva, cercando di riconquistare il pallone rapidamente per ripartire in attacco. Nonostante questo, la squadra ha registrato diverse partite con punteggi bloccati, evidenziando la difficoltà di trovare la via del gol contro squadre ben organizzate.
Le recenti dichiarazioni di Vlahovic, che ha sottolineato come il suo rendimento con la Nazionale sia migliore grazie a una minore responsabilità difensiva, hanno suscitato reazioni in panchina. Motta ha risposto chiaramente, sottolineando che la difesa è parte integrante del gioco e non un’opzione. Questo dialogo mette in evidenza le tensioni e gli equilibri che anche un allenatore deve gestire all’interno di un gruppo.
La difesa a prova di record: il futuro della Juve
Attualmente, la retroguardia della Juventus si posiziona come la più forte del campionato, avendo subito solo 8 gol in 14 partite. Questo dato la pone al di sotto delle performance di squadre come Napoli e Fiorentina. È importante notare che questa solidità si è manifestata anche in momenti difficili, come la recente mancanza di Bremer e Cabal, entrambi fermi per infortuni gravi.
La sfida per i bianconeri verterà sull’immediato, ma anche sul lungo termine, considerando quanto ci si aspetta da un mercato di gennaio che possa portare rinforzi. L’obiettivo è chiaro: continuare a mantenere alta la guardia in difesa e lavorare sulla fase offensiva per trasformare i pareggi in vittorie. Con l’avvicinarsi della partita contro il Bologna, tutti gli occhi saranno puntati sull’intento della squadra di consolidare un trend difensivo che, se portato avanti, potrebbe realmente cambiare le sorti della stagione.