La schiettezza di Rublev: “Sono in Top10, ma penso di essere uno dei peggiori in molte cose. Sinner? Non riesco ad immaginare lo stress che ha subito” – Intervista esclusiva a Roma

Andrey Rublev, tennista russo, esplora la sua dualità tra fragilità emotiva in campo e introspezione personale, condividendo riflessioni sulla crescita e il supporto a colleghi come Jannik Sinner.
La schiettezza di Rublev: "Sono in Top10, ma penso di essere uno dei peggiori in molte cose. Sinner? Non riesco ad immaginare lo stress che ha subito" - Intervista esclusiva a Roma - (Credit: www.livetennis.it)

Andrey Rublev, campione russo di tennis, presenta una dualità affascinante che suscita curiosità tra gli appassionati del circuito. Le sue performance in campo contrastano fortemente con la sua personalità riflessiva, che emerge nelle interviste e nei momenti di introspezione. Mentre in campo può apparire instabile e soggetto a scatti d’ira, fuori dal campo si dimostra profondo, analizzando la sua carriera e le sfide affrontate. Recentemente, Rublev ha condiviso le sue riflessioni durante il finale dell’Ultimate Tennis Showdown a Londra, svelando non solo le sue debolezze ma anche il suo sostegno ad altri tennisti, come Jannik Sinner.

La fragilità emotiva di Rublev in campo

Una delle caratteristiche più evidenti del gioco di Rublev è la sua incapacità di gestire la pressione durante i match. Non è raro vederlo perdere la calma e reagire con veemenza agli errori. Questi comportamenti lo hanno portato a ferirsi con la propria racchetta in più occasioni, un chiaro segno di fragilità mentale. In un’intervista, ha ammesso di aver cercato aiuto professionale per affrontare la propria rabbia, riconoscendo che si tratta di un processo lungo e complesso. “Sto cercando di migliorare, ma è un lavoro che richiede tempo”, ha dichiarato Rublev. La sua onestà riguardo a questi problemi mette in luce la difficoltà di molti atleti nell’affrontare la pressione del palcoscenico mondiale.

Rublev ha spiegato come ci siano momenti in cui i fattori esterni possono influenzare negativamente la sua concentrazione e la sua stabilità. “Ci sono giorni in cui ti senti in grado di gestire tutto e altri in cui ricadi nelle vecchie abitudini”, ha affermato. L’emozione e la passione per il tennis possono contribuire a queste fluttuazioni che scombussolano il suo gioco. Patrick Mouratoglou, noto coach, ha commentato che la sua “follia” potrebbe essere una chiave per il suo successo, sostenendo che controllarla potrebbe ostacolarne le prestazioni. Questo mette in evidenza non solo le sue sfide personali, ma anche il delicato equilibrio che gli atleti professionisti devono mantenere tra lucidità e passione.

Le riflessioni di Rublev sul gioco e la crescita personale

Nelle sue recenti dichiarazioni, Rublev si è mostrato molto autocritico riguardo al suo gioco. Ha riconosciuto di trovarsi tra i primi dieci giocatori al mondo, ma si considera “uno dei peggiori a rete”, mettendo in evidenza la necessità di migliorare in diversi aspetti tecnici. Ha condiviso che, mentre in passato si concentrava quasi esclusivamente sul suo colpo di dritto, ora sta cercando di essere più aperto nell’allenamento, dedicando tempo a diverse aree del suo gioco. Questo cambio di mentalità è senza dubbio un passo positivo verso il miglioramento e la crescita.

“Il gap con Sinner e Alcaraz? Non riguarda solo l’approccio mentale, ma anche lacune specifiche nel mio gioco”, ha dichiarato. Rublev ha messo in evidenza come la sua carriera sia caratterizzata da alti e bassi, ma si è mostrato grato per le esperienze vissute, sottolineando come queste lo abbiano portato a una maggiore maturità. Il tennista russo ha posto il focus sul benessere mentale: “Il mio obiettivo per il futuro non è solo vincere, ma anche mantenermi sereno e concentrato”. Questa dichiarazione implica un cambiamento importante nella sua prospettiva, non solo come giocatore, ma come persona.

Sostegno e ammirazione per Jannik Sinner

Tra i temi trattati da Rublev, emerge una profonda solidarietà nei confronti di Jannik Sinner, il quale si è trovato nel mirino dell’opinione pubblica dopo una vicenda controversa legata al Clostebol. Rublev ha espresso apprezzamento per come Sinner è riuscito a rimanere concentrato e a calcare la scena nonostante le avversità. “Non auguro a nessuno di affrontare situazioni del genere. Non riesco a immaginare l’ansia che deve aver attraversato”, ha dichiarato. Questo supporto mette in evidenza un lato umano del tennismo, dove la competitività non esclude la comprensione e l’empatia tra i giocatori.

Rublev ha lodato Sinner per i risultati ottenuti, nonostante le difficoltà, evidenziando come il giovane tennista sia riuscito a brillare nel circuito, conquistando importanti titoli. “È impressionante come sia riuscito a mantenere il suo gioco al massimo livello”, ha aggiunto. Questo riconoscimento reciproco tra atleti sottolinea l’importanza della comunità sportiva, dove i giocatori non soltanto competono, ma si sostengono a vicenda nei momenti difficili.

Riflessioni sulla super-coppia Djokovic e Murray

Un altro punto interessante sollevato da Rublev è il legame tra Novak Djokovic e Andy Murray. Nonostante il talento indiscutibile di Djokovic, Rublev esprime alcune riserve sulla potenzialità di Murray nel fornire supporto al collega serbo. “Novak è uno dei migliori di sempre, ma non so se Andy possa dargli qualcosa di concreto”, ha affermato. Tuttavia, ha riconosciuto che un’amichevole connessione tra i due potrebbe portare a un’energia positiva durante le competizioni.

Rublev ha evidenziato come a volte Djokovic possa apparire troppo emotivo in campo, suggerendo che Murray potrebbe influenzarne le reazioni. “Sarà interessante vedere come Murray reagisce alle situazioni emotive che Djokovic può vivere durante i match”, ha concluso. Questo commento non solo riflette l’analisi di altri giocatori riguardo le dinamiche tra campioni, ma offre anche spunti sull’importanza della mentalità nel gioco del tennis, dove le relazioni tra atleti possono avere un impatto notevole sulle loro prestazioni.

Andrey Rublev continua a essere un personaggio complesso e affascinante nel mondo del tennis, capace di colpire sia in campo che fuori, dimostrando che la strada verso il successo è spesso segnata da sfide personali e professionali.