La WADA modifica il codice anti-doping: le nuove regole in vigore a Ginevra dal 2027

La WADA, Agenzia Mondiale Antidoping, ha confermato l’implementazione di modifiche sostanziali al suo codice antidoping a partire dal 2027. Questi cambiamenti, emersi da una riunione del Comitato Esecutivo del 5 dicembre, mirano a trasformare il panorama della lotta contro il doping nel tennis. È fondamentale notare che le nuove norme non avranno effetto retroattivo e non si applicheranno a situazioni pregresse.

L’introduzione del concetto di fonte di contaminazione

Un’innovazione rilevante è l’abbandono del termine “prodotto contaminato“, sostituito dal nuovo concetto di “fonte di contaminazione“. Questa modifica permette una maggiore comprensione e gestione dei casi in cui un atleta possa risultare positivo per sostanze vietate. La WADA delinea la fonte di contaminazione come una possibilità imprevista di esposizione a sostanze proibite, che possono derivare da vari scenari, come l’assunzione di farmaci non specifici nell’etichetta oppure il consumo di cibo e bevande inquinate. Eventi di contaminazione possono verificarsi anche attraverso il contatto diretto con terze persone che detenevano sostanze vietate.

Per illustrare l’impatto di questa modifica, si possono analizzare i casi recenti di Iga Swiatek e Jannik Sinner. Swiatek, ad esempio, si è trovata in una situazione difficile quando una sostanza legale come la melatonina è risultata contaminata da Trimetazidina. Al contrario, il caso di Giacomo Naldi, che utilizzava la Trifodermina e conteneva Clostebol, dimostra quanto sia cruciale per un atleta essere informato sulle sostanze collegate ai medicinali che assume. L’introduzione della fonte di contaminazione rappresenta quindi un passo significativo nella direzione di un approccio più equo per la valutazione dei casi di doping.

La possibile introduzione di livelli minimi di concentrazione

Un altro aspetto discusso durante la riunione è l’eventuale riconoscimento di soglie minime di concentrazione. Questo significa che esistono livelli di sostanze vietate al di sotto dei quali non si considererebbe la positività dell’atleta. Questa discussione è emersa in risposta ai recenti scandali di doping, specialmente nei casi di Swiatek e Sinner, dove le quantità di sostanze trovate erano estremamente basse, misurabili in picogrammi per millilitro. La formalizzazione di queste soglie minime rappresenterebbe un importante passo avanti nell’approccio verso il doping, chiarificando quando una presenza di sostanza debba o meno complicare una carriera sportiva.

Tuttavia, resta da definire una lista precisa di queste concentrazioni minime associate a ciascuna sostanza. Sebbene vi sia consonanza sull’intento di approvare queste novità, il processo burocratico per redigere e pubblicare le normative specifiche potrebbe richiedere tempo e attenzioni particolari, affinché la comunità sportiva possa ben capire e applicare queste regole.

Aspetti giuridici e futuri sviluppi

Le recenti delibere della WADA devono essere considerate con cautela, specialmente in relazione ai casi attualmente in esame, come l’appello al TAS presentato dalla stessa agenzia nel caso di Sinner. Nonostante le modifiche annunciate, queste entreranno in vigore solo a partire dal 2027 e non potranno essere applicate retroattivamente ai casi già esistenti. Gli avvocati di Sinner, però, potrebbero cercare di utilizzare i cambiamenti regolamentari come un argomento per dimostrare che il loro assistito non ha commesso errori o negligenze, come già manifestato nella sentenza di primo grado.

Questo riassetto normativo rappresenta una svolta significativa nel tentativo di rendere il sistema antidoping nel tennis più equo e giusto. Con il passare del tempo, sarà necessario monitorare attentamente come queste modifiche influenzeranno i casi di doping e l’operato della WADA stessa. L’evoluzione del panorama sportivo continua, e le decisioni future potrebbero ridefinire non solo il tennis ma l’intero mondo dello sport professionistico.

Published by
Marco Georgi