Nell’ambito dell’assemblea elettiva che si sta svolgendo a Roma, Carlo Pacifici, presidente uscente dell’Associazione Italiana Arbitri , ha delineato le strategie future e i temi chiave che influenzeranno la direzione dell’organizzazione. Con la rinuncia al 2% di contributo per la federazione, Pacifici evidenzia un cambiamento cruciale: il recupero di una tanto attesa autonomia e la possibilità di esplorare nuovi modi per sostenere la formazione dei giovani arbitri. In un contesto dove la violenza nel mondo sportivo è diventata un problema di rilevanza crescente, il presidente sottolinea la necessità di azioni concrete per proteggere l’integrità del settore.
La rinuncia al 2% e l’autonomia dell’AIA
Carlo Pacifici ha parlato della rinuncia al 2% del contributo federale come un passaggio fondamentale per riaffermare il ruolo dell’AIA all’interno della federazione calcistica italiana. Questo passo, sebbene visto da alcuni come una perdita, è per Pacifici una conquista significativa. Si è raggiunto un momento in cui l’associazione può finalmente dedicarsi a questioni tecniche senza essere sopraffatta dalle politicizzazioni.
La nuova autonomia permette all’AIA di badare maggiormente alle esigenze formative, raccogliendo risorse esterne per arricchire le esperienze dei giovani arbitri. L’obiettivo è quello di costruire un sistema che favorisca lo sviluppo di competenze e conoscenze, importanti per garantire un futuro solido agli arbitri del domani.
La lotta alla violenza nello sport
Pacifici ha messo in risalto la crescente preoccupazione per la violenza nello sport, un fenomeno che richiede delle risposte adeguate. La situazione è stata talmente sfidante che la scorsa stagione ha portato all’organizzazione della prima manifestazione pubblica della storia dell’AIA, un’iniziativa volta a sollecitare l’attenzione su un tema così delicato. Il presidente ha insistito sulla necessità di non limitarsi a osservare, ma di combattere attivamente contro ogni forma di aggressione sia verbale che fisica che possa colpire gli arbitri.
Le iniziative di sensibilizzazione hanno già portato a risultati concreti: il Parlamento sta lavorando a un decreto legge che cerca di tutelare i direttori di gara. Il Ministro Abodi, nel corso dei suoi interventi, ha parlato della creazione di una normativa capace di riconoscere uno status particolare per gli arbitri, simile a quello dei pubblici ufficiali, una misura che potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nel panorama della protezione degli ufficiali di gara.
Esperienze e sfide affrontate
Durante il suo mandato, Carlo Pacifici ha vissuto una gamma di emozioni, dai momenti di orgoglio a quelli di grande amarezza. L’alternanza fra gioia e indignazione è stata caratterizzata da un clima teso, spesso segnato da insulti e aggressioni. Pacifici ha descritto episodi in cui, nonostante gli attacchi, ha deciso di non ritirarsi dalla sua posizione. La sua determinazione è stata motivata da un forte desiderio di difendere la comunità arbitrale, rifiutando di offrire ulteriori opportunità ai detrattori di colpire l’integrità dell’associazione.
Questa forte volontà di affrontare le sfide è divenuta una sorta di mantra per i leader dell’AIA, sottolineando che l’unione e la resilienza sono gli ingredienti essenziali per affrontare le sfide future. Pacifici ha richiamato l’importanza di lavorare insieme per creare un ambiente sicuro per tutti gli arbitri, un obiettivo che richiede un impegno collettivo e un’attenzione costante.
Questa assemblea rappresenta un momento cruciale nella storia dell’AIA e le dichiarazioni di Carlo Pacifici offrono uno sguardo alle prossime iniziative e ai progetti per darle nuova linfa vitale, contribuendo a costruire una federazione più unita e consapevole dei suoi ruoli e responsabilità.