Dopo anni di sfide a causa della pandemia e dei conflitti geopolitici, nel 2025 il mercato automobilistico mondiale si trova a dover affrontare una fase di adattamento. Le prospettive variano notevolmente a seconda delle fonti. Mentre alcuni analisti vedono una lenta ripresa, altri mettono in evidenza problemi significativi che potrebbero frenare il settore. La strada verso il ripristino della stabilità è ancora lunga e piena di incertezze, con numerosi attori coinvolti.
La divisione Economist Intelligence Unit è tra le più positive, prevedendo un incremento del mercato dell’auto globale del 2,3% nel 2025. Le vendite, nei principali sessanta mercati mondiali, potrebbero toccare un picco di 97,2 milioni di unità, superando così il record del 2017, considerato un anno d’oro per l’industria. Questo aumento sarebbe in gran parte guidato da una crescente domanda di veicoli elettrici, la quale è stimata crescere del 16%, raggiungendo ben 19,4 milioni di unità. Eppure, nonostante questo slancio, la Eiu mette in guardia su potenziali ostacoli, come l’innalzamento delle barriere commerciali che potrebbero complicare le catene di approvvigionamento e mantenere alte le quotazioni dei veicoli elettrici.
L’analisi suggerisce che la redditività dell’industria automobilistica potrebbe finalmente allargarsi anche ad altri produttori di veicoli elettrici, oltre a Tesla. Grazie a una maggiore formula di vendita e alla discesa dei prezzi delle materie prime, i vari marchi potrebbero iniziare a vedere i propri profitti illuminarsi. Tuttavia, per tanti, i veicoli elettrici continuano a risultare meno redditizi rispetto a quelli tradizionali con motori a combustione interna, rimarcando la complessità e le sfide della transizione energetica all’interno di questo ampio mercato.
L’approccio cauto di Moody’s
Al contrario, Moody’s non è così ottimista nel suo ultimo report. Ha ridotto l’outlook per l’industria automobilistica a negativo, segnalando una scarsa crescita del settore. Si prevede un aumento marginale, passando dal +1,6% a un insignificante +0,4% nel 2024, e una lieve caduta nel 2025 da +2,1% a +1,4%. Questa situazione si riflette in tutti i principali mercati automobilistici, inclusi Stati Uniti, Europa e Cina, affermando che il taglio dei margini operativi delle case automobilistiche è solo una conseguenza di un contesto molto competitivo.
Con così tanti segnali di debolezza nella domanda, è improbabile che una bassa crescita dei volumi riesca a equilibrare la pressione sui prezzi, che continua a crescere a causa della concorrenza ravvicinata e delle costose ristrutturazioni necessarie. Moody’s avverte che se i margini operativi ridotti continuano nella prima metà del 2024, potrebbero scendere fino al 7%, amplificando così il pessimismo all’interno dell’industria.
La sfida dei veicoli elettrici secondo Standard&Poor’s
Un altro tintinnio di campane d’allarme arriva da Standard&Poor’s, che ha rivisitato le sue stime per la quota di mercato dei veicoli elettrici in Europa nel 2025. Ora i numeri sono stati abbassati al 21%, un calo significativo rispetto al 27% previsto nei primi mesi del 2024. Questa flessione è preoccupante e potrebbe mettere a rischio gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati dall’Unione Europea per il 2025, un traguardo che sembra sempre più distante.
Fitch si aggiunge alla sinfonia delle preoccupazioni, concludendo che il calo della domanda di veicoli elettrici in Europa porterà a una stima di mercato di soli 13 milioni di unità nel 2025. Tuttavia, il vento potrebbe cambiare direzione per i veicoli ibridi plug-in, dove si prevede una domanda in crescita. E i produttori giapponesi e coreani potrebbero guadagnare un vantaggio competitivo con le loro offerte a prezzi contenuti, creando così una maggiore varietà per i consumatori.
I cambiamenti negli Stati Uniti e in Cina
La situazione negli Stati Uniti sembra, invece, destinata a evolversi in modo ancor più complesso con il ritorno di Trump. GlobalData suggerisce che la crescente incertezza possa portare a una diminuzione del 15-20% della quota di mercato dei veicoli elettrici entro il 2030, in relazione alle scelte politiche sui finanziamenti e sugli incentivi fiscali. Tuttavia, c’è la possibilità che gli incentivi per l’assemblaggio nazionale possano stimolare il mercato.
S&P Global Mobility propone un ulteriore abbassamento della quota di mercato dei veicoli elettrici negli USA, passando dal 40% al 29% entro il 2030. Goldman Sachs sottolinea che la crescita del mercato potrebbe essere ostacolata, specialmente per i produttori tedeschi, se gli Stati Uniti dovessero ripristinare tariffe più alte sulle auto importate. Le misure politiche e le strategie commerciali potrebbero davvero modificare il panorama delle vendite automobilistiche.
In Cina, la musica suona diversamente. Qui l’agenzia internazionale per l’energia vede un futuro luminoso per i veicoli ibridi plug-in che potrebbero rappresentare oltre il 35% del mercato totale. Crescendo vertiginosamente del 70% solo nella prima metà del 2024, sembrano destinati a guidare la transizione elettrica globale, mentre l’interesse per i veicoli totalmente elettrici sembra crescere solo modestamente, segnando una differenza marcata nei mercati automobilistici globali.