Pulisic: “In Europa c’è pregiudizio verso gli americani. La Trump dance? L’ho fatta perché è virale” – Intervista esclusiva a Christian Pulisic, avvenuta a Londra durante la conferenza stampa post-partita

Christian Pulisic, attaccante del Milan e della nazionale USA, discute la sua carriera, il pregiudizio verso i calciatori americani in Europa e promuove la docuserie “Pulisic” su Paramount+.
Pulisic: "In Europa c'è pregiudizio verso gli americani. La Trump dance? L'ho fatta perché è virale" - Intervista esclusiva a Christian Pulisic, avvenuta a Londra durante la conferenza stampa post-partita - (Credit: www.gazzetta.it)

Christian Pulisic, attaccante del Milan e della nazionale statunitense, ha recentemente parlato della sua carriera in un’intervista con The Athletic, volto a promuovere la docuserie dedicata alla sua vita e alla sua crescita nel mondo del calcio. Questa produzione, intitolata semplicemente “Pulisic“, è stata realizzata da CBS Sports e sarà disponibile su Paramount+, con il primo episodio già trasmesso e altri in arrivo. In questa conversazione, Pulisic affronta anche il tema del pregiudizio che i calciatori americani affrontano in Europa, un fenomeno che lo indigna e lo motiva a far cambiare la narrativa.

L’ombra del pregiudizio

Pulisic esprime il suo rammarico riguardo a uno “stigma” che circonda i calciatori statunitensi in Europa. Questo pregiudizio, secondo il calciatore, influenza il modo in cui gli allenatori prendono decisioni e valutano i talenti americani. “Mi fa arrabbiare”, dichiara, sottolineando l’importanza di abbattere questi stereotipi. Il suo intento con la docuserie è quello di migliorare questa percezione, dimostrando che i calciatori americani sono capaci di competere ai massimi livelli.

Il padre Mark, ex giocatore, si unisce al coro denunciando il “chip on our shoulder“, una mentalità che spinge i giocatori americani a dover sempre dimostrare il loro valore. Pulisic, a tal proposito, afferma di essere ispirato a lavorare sodo per far sì che gli allenatori non possano fare altro che scegliere lui per la squadra. Inoltre, nota che, negli ultimi anni, il numero di calciatori americani che militano in importanti campionati europei è aumentato. “Ora ci sono americani in Champions League, e questo è un segnale positivo”, commenta Pulisic, evidenziando che il cambiamento è in corso e che il rispetto per i giocatori statunitensi sta crescendo.

La Trump Dance e la reazione del pubblico

Pulisic ha anche toccato il tema della sua celebre “Trump Dance“, un gesto che ha sorpreso e, in alcuni casi, infastidito i critici. Dopo aver segnato un gol contro la Giamaica, il calciatore ha imitato il ballo del presidente eletto, scatenando reazioni sui social. “Non mi aspettavo queste reazioni”, confessa Pulisic, ricordando che per lui si trattava solo di un gesto divertente. Sebbene il gesto sia avvenuto nel bel mezzo di un clima politico teso negli Stati Uniti, Pulisic sostiene che non avesse alcuna intenzione di farne una dichiarazione.

Interrogato sulle eventuali reazioni da parte della federazione calcistica americana, Pulisic ha confermato che non ci sono state critiche nei suoi confronti, poiché conoscono il suo modo di essere. L’attaccante sottolinea che la personalità di ognuno dovrebbe essere valutata, piuttosto che le sue azioni sporadiche. Questo episodio ha aperto una discussione più ampia su come i calciatori americani siano visti nel contesto internazionale e sulle aspettative che vengono loro imposte.

Il legame con il Milan

La maglia del Milan firmata da Pulisic ha dimostrato di essere un grande successo commerciale, rappresentando il 15% delle vendite globali del club. Il Milan ha visto un notevole aumento di utenti statunitensi sulla propria app dopo l’ingresso di Pulisic nella squadra. Nonostante ciò, l’attaccante evita di considerare questa stagione come la sua migliore; piuttosto, afferma di sentirsi in continua crescita.

“Sento di migliorare in diversi aspetti del gioco, sia nel segnare che nelle fasi difensive”, riferisce Pulisic. La sua evoluzione include un rafforzamento anche dal punto di vista mentale, elemento fondamentale per affrontare le difficoltà. Crescere in un contesto sportivo così competitivo è una sfida, ma l’attaccante sembra affrontarla con determinazione e voglia di apprendere.

In sintesi, il racconto di Pulisic non è solo un’auto-presentazione, ma un ritratto della cultura calcistica americana e del suo posto in essa. La docuserie si propone di abbattere barriere e stereotipi, mentre il calciatore mira a ispirare la prossima generazione di talenti statunitensi, preparandosi per l’importante appuntamento della Coppa del Mondo 2026 negli Stati Uniti.