La Commissione Europea non ha intenzione di tornare sui suoi passi riguardo alla decisione di abolire l’uso di motori diesel e benzina a partire dal 2035. La Vicepresidente Teresa Ribera ha chiarito che non sono previsti cambiamenti in questo senso, nonostante le pressioni provenienti da diversi Stati membri, in particolare dall’Italia. Questo argomento, di cruciale importanza nel contesto del Green Deal, continua a scuotere le fondamenta del settore automotive.
La posizione ferma di Teresa Ribera
Teresa Ribera, Vicepresidente della Commissione Ue con responsabilità sulla Transizione Pulita, ha espresso una posizione netta contro la possibilità di un dietrofront. Durante un evento a Gent, ha risposto in maniera diretta alle preoccupazioni sollevate dalla Premier Giorgia Meloni, la quale ha avvertito che le attuali normative europee sull’automotive potrebbero danneggiare gravemente l’industria. Ribera ha sottolineato l’importanza di mantenere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, affermando che “non è una cosa che stiamo prendendo in considerazione” e enfatizzando come tali preoccupazioni non siano supportate dalla maggior parte dei partner europei.
L’approccio rigoroso della Commissione si scontra però con le posizioni di molti paesi membri, tra cui l’Italia, che cerca di mantenere un dialogo attivo sulle politiche automobilistiche. Mentre l’Unione Europea si prepara a una revisione delle sue normative, la pressione esercitata da governi di diversi Paesi potrebbe portare a una certa flessibilità, anche se Ribera sembra decisa a mantenere la rotta tracciata dal Green Deal.
Le sfide del settore automotive
Il settore automobilistico europeo si trova ad affrontare sfide senza precedenti, amplificate da una crisi economica che ha colpito profondamente l’industria. La Commissione è consapevole della delicatezza della situazione e ha avviato contatti con le case automobilistiche per discutere del futuro dell’automotive. Il dialogo strategico, promesso dalla Presidente Ursula von der Leyen, è atteso con particolare interesse, e la sua esecuzione rappresenterà un punto cruciale per definire come e quando saranno implementate le nuove normative.
Un aspetto fondamentale di questa discussione sarà la “Bussola della Competitività”, il documento che definirà la strategia dell’UE per rilanciare l’industria automobilistica. Si attende che a gennaio 2024 venga presentata una pianificazione chiara per il futuro della mobilità sostenibile e per l’adozione di tecnologie a basse emissioni. È evidente che Bruxelles è molto attenta al contesto economico durante queste delicate trattative, consapevole che il futuro dell’industria automobilistica potrebbe determinare il benessere di milioni di posti di lavoro.
Le richieste degli Stati membri
Nella discussione in corso, il governo italiano si sta battendo per modifiche ai target di emissioni previsti per il 2025. In un documento informale, conosciuto come “non paper”, l’Italia e altre sei nazioni — Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia — hanno chiesto di congelare le sanzioni per i produttori di auto che non riescono a rispettare i target di riduzione delle emissioni previsti. Le sanzioni, che potrebbero ammontare a perdite fino a 15 miliardi di euro, rappresentano un elemento di forte preoccupazione per le aziende del settore.
La proposta di anticipare la revisione del regolamento sull’automobile al 2025 viene vista come una misura necessaria per consentire ai paesi membri di avanzare verso l’obiettivo finale del 2035 senza subire impatti economici devastanti. La premier Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra transizione ecologica e sostenibilità economica, intendendo che non si possono ignorare le dinamiche di un settore già provato da anni di difficoltà.
Prossimi sviluppi
Le discussioni a Bruxelles sono in continuo sviluppo e si attende che il tema venga ripreso nei prossimi incontri ufficiali. Matteo Salvini, leader della Lega, parteciperà a una riunione del Consiglio Ue ai Trasporti, dove si parlerà del “non paper” italiano. La scadenza prevista per il 2035 rimane un tema divisivo e delicato, con dichiarazioni forti da parte di diversi leader politici che continuano a esprimere preoccupazioni per il futuro dell’industria automobilistica.
Mentre la Commissione Ue si appresta a prendere decisioni cruciali, il dibattito su come procedere in un mondo che punta sempre di più alla sostenibilità farà sicuramente parte della prima agenda politica. Restare aggiornati su questi sviluppi sarà essenziale per comprendere come l’Europa affronterà la transizione verso un sistema di trasporti più ecologico.