Sinner e il caso Clostebol: udienza rinviata al 2025. Wada: “Non colpevole, ma responsabile dello staff”

La positività di Jannik Sinner per Clostebol solleva interrogativi nel tennis, con la Wada che presenta ricorso e mette in discussione la responsabilità degli atleti e del loro entourage.
Sinner e il caso Clostebol: udienza rinviata al 2025. Wada: "Non colpevole, ma responsabile dello staff" - (Credit: www.gazzetta.it)

La questione della positività di Jannik Sinner continua a sollevare interrogativi nel mondo del tennis. La decisione relativa al ricorso presentato dalla Wada, l’agenzia mondiale antidoping, non si attende prima del 2025. Olivier Niggli, direttore della Wada, ha spiegato che, sebbene non ci siano evidenze di colpa da parte del giocatore altoatesino, permane comunque una responsabilità nei suoi confronti, in particolare riguardo al suo entourage.

La positività di Sinner: un caso complesso

Nel marzo di quest’anno, Jannik Sinner ha fatto notizia dopo aver segnato un risultato positivo su due test antidoping per tracce di Clostebol, una sostanza vietata. Secondo fonti, il giovane tennista sarebbe stato contaminato accidentalmente da un massaggio effettuato dal suo ex preparatore, Naldi. Questo episodio ha scatenato un percorso giuridico e disciplinare, culminato nella decisione di un tribunale indipendente a fine agosto, che ha affermato che Sinner non ha mostrato negligenza. La situazione di Sinner ha messo in luce le complessità sul tema della responsabilità degli atleti per ciò che accade nei loro dintorni.

Sinner, al vertice del ranking ATP, ha continuato a competere mentre la situazione si sviluppava. La sua positività ha però attirato grande attenzione dei media e, ovviamente, delle giurisdizioni sportive. La Wada, d’altra parte, ha prontamente presentato appello contro la decisione del tribunale, chiedendo una squalifica che potrebbe estendersi da un anno fino a due. La vicenda è divenuta emblematica non solo per l’atleta ma anche per la questione della sicurezza e della trasparenza nel mondo dello sport.

Le parole di Olivier Niggli

Olivier Niggli, direttore della Wada, ha espresso chiaramente la posizione dell’agenzia riguardo questa controversia. Ha sottolineato l’importanza di garantire che gli atleti siano protetti, evidenziando che la reputazione di un atleta deve essere considerata una priorità. Bisogna affrontare le problematiche con un occhio attento ai tempi contemporanei, caratterizzati dalla rapidità dei social media, dove una notizia può causare danni irreparabili.

Niggli ha anche criticato l’International Tennis Integrity Agency per il mancato tempestivo avviso riguardo alla positività di Sinner e della giocatrice Iga Swiatek, numero due del ranking femminile. La comunicazione tardiva da parte dell’ITIA ha creato ulteriore confusione e ansia nel mondo del tennis, sollevando domande essenziali sulla gestione delle informazioni e sull’efficacia delle attuali norme antidoping.

Le prospettive futura nel tennis

Il caso Sinner rappresenta un punto di svolta nel dialogo attorno alle norme antidoping e alla responsabilità degli atleti. Le dichiarazioni di Niggli suggeriscono che vi è la volontà di rivedere le politiche a riguardo, soprattutto in seguito all’emergere di casi di contaminazione accidentale. Molti esperti dello sport temono che questo possa creare un clima di sfiducia che andrebbe a influenzare non solo gli atleti, ma anche i fan e gli sponsor legati al mondo del tennis.

Il dibattito resta aperto sulla necessità di armonizzare le regole e di garantire protezione a chi si trova involontariamente coinvolto in situazioni di doping. Mentre si attende il risultato del ricorso, la comunità sportiva osserva attentamente, poiché le ripercussioni di questa vicenda potrebbero avere un impatto a lungo termine sul modo in cui vengono gestiti i casi di positività nel tennis e, più in generale, nello sport professionistico.