Stop motori benzina e diesel: Commissione Ue conferma.

Il dibattito europeo sulla transizione ecologica e la mobilità sostenibile si intensifica, con il blocco delle auto a motore termico previsto per il 2035 e tensioni tra stati membri e leadership politica.
Stop motori benzina e diesel: Commissione Ue conferma. - (Credit: www.gazzetta.it)

Nell’attuale panorama europeo, i temi legati alla transizione ecologica e alla mobilità sostenibile sono più che mai al centro del dibattito. Con il blocco delle vendite di auto a motore termico previsto per il 1° gennaio 2035, l’attenzione si concentra sulle posizioni contrastanti tra le diverse leadership politiche, tra cui quella di Teresa Ribera, vicepresidente della Commissione UE. Le difficoltà del settore automobilistico rendono il futuro della normativa sull’automotive altamente incerto e ricco di tensioni politiche.

Teresa Ribera, in qualità di vicepresidente dell’esecutivo europeo con delega alla Transizione Pulita, ha chiarito senza mezzi termini la posizione della Commissione Europea riguardo allo stop definitivo ai motori a combustione interna. La sua fermezza emerge in risposta alle preoccupazioni di vari leader europei, compresa Giorgia Meloni, la quale ha messo in guardia sulle potenziali conseguenze devastanti delle attuali normative per l’industria automobilistica. Ribera ha affermato che al momento non si prevede alcun dietrofront, rimarcando l’importanza del Green Deal come pilastro fondamentale della legislatura europea precedente.

La Commissione, sotto la guida di Ribera, sembra determinata a proseguire su questa strada, nonostante la pressione crescente da parte di alcuni stati membri. Tuttavia, la situazione è complessa; il Partito Popolare Europeo presenta posizioni simili a quelle del governo italiano, rendendo le dinamiche politiche piuttosto intricate. Con il settore automobilistico già alle prese con una crisi potenzialmente drammatica, la Commissione deve affrontare una partita difficile.

Un dialogo strategico in arrivo

Il dibattito intorno al futuro dell’automotive è acceso e in continua evoluzione. Attualmente, si stanno intensificando i contatti tra le istituzioni europee e le compagnie automobilistiche per stabilire un dialogo strategico, come promesso da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione. Questo dialogo è visto come cruciale per affrontare le sfide del settore e potrebbe portare a soluzioni più equilibrate.

La Commissione non ha ancora delineato un cronoprogramma preciso, ma si prevede che nei prossimi mesi possa emergere una figura ad hoc, scelta da von der Leyen, per guidare questo processo. Ciò sottolinea l’importanza e l’urgenza della questione. A gennaio, inoltre, verrà presentata la Bussola della Competitività, un’iniziativa che mira a rilanciare l’industria europea nel suo complesso. Lo scontro attuale riguardo alle normative sulle emissioni delle auto a zero emissioni si inserisce in questo contesto di trasformazione e innovazione attesa.

Il rischio di sanzioni e le posizioni degli Stati Membri

Teresa Ribera ha escluso la possibilità di rientrare sui termini previsti per il blocco delle vendite delle vetture nuove con motore termico. Ha però aperto a un’idea che circola nei corridoi dell’Unione Europea: l’eventualità di congelare le sanzioni che saranno attuate a partire dal prossimo anno per coloro che non raggiungeranno gli obiettivi di riduzione delle emissioni richiesti. Questo è un tema caldo, poiché i produttori di auto potrebbero affrontare multe salate fino a 15 miliardi di euro.

Alcuni stati membri, tra cui Italia e Repubblica Ceca, hanno già formalizzato richieste in questo senso, supportate anche da altre nazioni come Austria e Polonia. Nel documento indirizzato alla Commissione, questi paesi propongono di anticipare la revisione necessaria per il 2025 al fine di allentare le pressioni e facilitare il raggiungimento dell’obiettivo finale previsto per il 2035. L’Italia, in particolare, è pronta a battersi tenacemente per sostenere questa linea e garantire che la transizione verso un modello di mobilità più sostenibile sia giusta anche dal punto di vista socio-economico.

L’Italia in prima linea: una posizione combattiva

L’atteggiamento del governo italiano, forte e determinato, è chiaro nel documento presentato. Qui si sottolinea che per raggiungere l’obiettivo del 2035 sono necessari interventi urgenti. Non si tratta solo di proteggere l’industria, ma di garantire una transizione ecologica che non comprometta la sostenibilità economica. Giorgia Meloni ha ribadito che lavorerà affinché questo approccio venga accolto anche da altri stati membri.

Giovedì a Bruxelles si parlerà nuovamente della questione, con il non-paper italiano che sarà sul tavolo del Consiglio UE ai Trasporti, dove il leader della Lega, Matteo Salvini, porterà avanti la medesima battaglia. Rafforzare la posizione italiana nel dibattito europeo è fondamentale per il governo, che desidera evitare che le misure attuali possano ostacolare ciò che considera un progresso necessario e vantaggioso per tutti. Dello scontro tra sostenibilità e necessità industriali, si continua a discutere al centro dell’attenzione di molti, mentre l’Europa si prepara ad affrontare sfide inaspettate nel cammino verso il 2035.