L’Assemblea dell’Associazione Italiana Arbitri si prepara a eleggere il nuovo presidente, un evento atteso con grande interesse nel mondo del calcio. Il candidato Antonio Zappi, 59 anni e di origini viterbesi, si presenta come un volto noto già alla sua seconda candidatura. Con una carriera professionale nel campo fiscale e della consulenza tributaria, Zappi è sostenuto da importanti figure come il noto arbitro Daniele Orsato. La tornata elettorale, prevista per domani pomeriggio, si accompagna a molte domande per il futuro dell’AIA.
Necessità di un piano di riforma
Il futuro dell’AIA dipende da un piano di riforma ben definito. Zappi, durante la sua campagna elettorale, ha delineato la sua visione stabilendo che ci sono diverse aree che necessitano di attenzione. Alcuni aspetti dovranno essere solo revisionati, mentre altri richiederanno una vera e propria rifondazione. L’elemento chiave, secondo il candidato, è stabilire un rapporto chiaro tra le componenti politiche e tecniche dell’organismo. A suo avviso, una nuova direzione tecnica sarà fondamentale per selezionare le migliori risorse arbitrarie, mantenendo al contempo una certa distanza dalla gestione politica. Questo approccio simile a quello delle società di calcio, dove il presidente non interviene nella gestione quotidiana, potrebbe portare a un’azione più efficace e mirata nella selezione degli arbitri.
Critiche sul sistema di reclutamento
Nel corso degli ultimi anni, il sistema di reclutamento degli arbitri ha mostrato segni di confusione, con la prevalenza di relazioni personali che hanno influenzato le scelte. Zappi ha evidenziato che l’influenza di rapporti di amicizia non dovrebbe sopraffare le competenze tecniche delle persone coinvolte. La sua esperienza come candidato contro Marcello Nicchi nel 2016 lo ha portato a riflettere su questi problemi ormai radicati. La proposta di Zappi di una direzione tecnica composta da diverse figure, tra cui esperti nel calcio a 5, mira a distinguere e valorizzare le eccellenze nel settore arbitrale.
La direzione tecnica: un aspetto centrale
Uno dei temi più discussi durante la campagna è stata la necessità di individuare un nuovo Direttore Tecnico. Zappi ha affermato di avere in mente diverse soluzioni, anche se non ha voluto rivelare alcun nome specifico. Ai critici che insinuano una mancanza di chiarezza sulla questione, ha risposto che ci sono diverse opzioni valide, tra cui anche figure rispettate come Pierluigi Collina. Tuttavia, Zappi ha preferito non anticipare nulla, lasciando intendere che le scelte più adeguate verranno fatte in base alle necessità del momento.
Rifondazione delle commissioni nazionali
Un altro punto critico riguarda il ruolo delle Commissioni Nazionali di osservazione, le quali dovrebbero essere ristrutturate. Zappi ha sottolineato come queste non debbano essere semplici organi di controllo politico, ma piuttosto dovrebbero formare e lavorare in sinergia con le Commissioni Arbitri Nazionali. Sottolineando che la qualità degli osservatori deve essere valutata in base alla loro esperienza, ha dichiarato che potrebbero esserci anche presidenti dell’AIA che non hanno mai arbitrato in Serie A, portando a termine l’analisi con una citazione su Salgari che scrisse di Sandokan senza essere mai stato in Malesia.
Cosa ci si aspetta dal futuro
Zappi ha discusso dei piani per affrontare le sfide del presente, come la scarsa attitudine del pubblico nei confronti degli arbitri. Ha insistito sulla necessità di un’innovazione profonda in termini di formazione e reclutamento, diversamente dalle pratiche passate che non hanno prodotto buoni frutti. La mancanza di una nuova generazione di arbitri assortita rappresenta una carenza che necessita di essere affrontata per garantire un ritorno al vertice del calcio internazionale.
Le prospettive economiche dell’AIA
In un contesto in cui l’AIA perde sempre più associati, l’attenzione si sposta sulla capacità dell’associazione di attrarre talenti. Zappi ha evidenziato l’importanza di potenziare le risorse finanziarie per garantire un ritorno economico agli arbitri e stimolare il marketing della figura arbitrale. A suo avviso, è essenziale garantire la tranquillità economica a fine carriera per favorire una ricollocazione dei giovani arbitri nel mondo del lavoro dopo la loro carriera di giudici di gara.
Il futuro dell’AIA si gioca ora nell’elezione di domani, ma è chiaro che le sfide da affrontare sono considerevoli e richiederanno una gestione olistica e innovativa. Una nuova leadership potrà segnare l’inizio di un’era di maggiore professionalità e rispetto nel panorama calcistico italiano.